lunedì 9 luglio 2007

M. Cunico*: Paesaggi perduti

Fra tanti temi perduti quello del paesaggio e dei giardini mi sembra uno dei più sentiti, oggi, dalla nostra città.
Tutelare il paesaggio infatti significa proteggere la memoria di un territorio, di una città, di un modo di vivere gli spazi verdi, in modo singolare o in compagnia, percorrendo sentieri antichi o nuovi, guardando gli elementi della natura con gli stessi occhi di chi li ha guardati prima di noi, compiendo quei gesti , lo stare, il passeggiare, il correre ecc. che fanno parte della natura umana, della voglia di natura , di verde, di acqua che corre, di spazi al sole o all’ombra.
Il paesaggio sta scomparendo e un paesaggio perduto non si ritrova più…è perduto per sempre, sostituito da piazzette, giardinetti, arredi urbani anonimi, uguali a tanti altri, non-luoghi verdi dove non si ritrova quell’identità strappata, frammentata tra le case, ritagliata fra le strade..
Di parchi nuovi progettati come luoghi di bellezza, se ne parla poco, fra i grandi progetti di espansione urbana si infila il “verde” che si perde in frammenti mentre poteva esser una bella occasione per avere un parco, prima di tutto, prima delle strade, prima delle case, prima dei parcheggi, a definire gli spazi , a stabilire delle priorità. Invece il progetto paesaggistico viene alla fine, quando si è spartito il territorio, quando i parcheggi sono stati costruiti con colate di asfalto, senza nessun albero, senza nessuna qualità che li possa far diventare parte della città, e le strade sono ovunque a separare quartieri, comunità, relazioni, con forti impatti visivi, acustici, atmosferici.
E la bellezza del paesaggio dove è finita? Quella bellezza del nostro paesaggio, fatto di campagna, di giardini, di filari , di vigne….quella bella armonia tra il verde e le case?
Penso che questo tema “perduto” significhi davvero una catastrofe, forse meno evidente di altre calamità, perché il paesaggio muore a pezzi, ne perdiamo un pezzo al giorno, spesso senza accorgercene, in una notte sparisce un giardino storico, in una mattina vengono abbattuti alberi, asfaltata una campagna, interrato un fosso insieme a salici, ontani, aceri.
Un paesaggio che non si è perduto è quello delle Valli Selvatiche, battaglia “vinta” grazie al sostegno di tante associazioni, di tanti personaggi che hanno animato il dibattito, rendendolo terreno fertile per una bella battaglia .Ma è solo un caso fra i tanti paesaggi perduti, e quanti ne spariranno ancora? Un paesaggio perduto significa una perdita complessiva dei valori di una comunità, dei suoi legami con il passato ma anche di un futuro possibile.

*Docente di Architettura del Paesaggio.IUAV

venerdì 6 luglio 2007

M. Vio: Intervento sulla mobilità

Desidero contribuire al dibattito che si sta sviluppando
intorno ai “Temi perduti” proponendo per l’argomento “mobilità” un
punto specifico di riflessione. Già Paolo Tollio ha identificato alcuni
obiettivi che, ricordo, hanno costituito con altri una sorta di
“decalogo”, formulato e proposto al vasto Pubblico alla fine del 2005
nell’ambito dell’iniziativa “Muoviamoci insieme”, promossa da
Legambiente, Federconsumatori, Assoutenti e FILT/CGIL. Si intendeva
allora (e tuttora!) ribadire operativamente quelli che sono i cardini
di una politica della mobilità che, per usare un termine ormai abusato,
riesca a “far sistema”, cioè dia il massimo di efficacia agli
investimenti ed agli stessi sforzi che Comune, Provincia, Regione,
Aziende vettore e magari anche gli stessi Utenti sostengono. Una
mobilità, aggiungo ancora utilizzando un termine che rischia
l’inflazione, “sostenibile”, cioè economicamente ed ecologicamente
produttiva di un “valore aggiunto”, per la Collettività nel suo
insieme. Abbiamo raccolto oltre tremila firme con banchetti vari,
presentate a Comune e Provincia, ed abbiamo organizzato alcuni momenti,
non superficiali, di dibattito, l’ultimo a maggio 2006 sul rapporto tra
l’annunciato(allora) tram ed il “resto della mobilità”. Traendo ora
qualche conclusione penso di poter dire che il non lieve impegno
organizzativo e l’inedita “alleanza” fra associazioni ambientaliste,
consumeristiche e sindacali abbia prodotto una nitida ed anche
propositiva esposizione dei limiti dell’offerta di trasporto pubblico
nella nostra città (e cintura). Per contro, “Muoviamoci Insieme”non ha
trovato una disponibilità delle Istituzioni ad aprire un “tavolo” di
lavoro (più che di confronto) con noi promotori, per approfondire e
sviluppare almeno qualcuna delle direttrici proposte. Ritengo che il
motivo principale di questo sia la frammentazione e le interdipendenze
delle competenze (di Regione, Provincia, Comune Capoluogo, Comuni,
Aziende di Trasporto) e la concomitanza di fattori (aspetti gestionali,
viabilistici, infrastrutturali, relazioni con Cittadini e Associazioni
di categoria, finanziamenti ad hoc, iter di approvazione, plafond,
vincoli di bilancio, tecnologie anche inedite, …) che rendono davvero
complesso il governo della mobilità appunto “sostenibile”. Allora la
mia riflessione di oggi si compendia in un interrogativo, che è il
contributo ai “Temi perduti”:cosa può voler dire, in concreto,
“mobilità sostenibile” a Padova? Diamo un’occhiata al cosiddetto
“contesto”:- Padova ha limiti di viabilità, urbana e periferica, ben
noti, con una rete non adatta a sostenere l’impatto con una popolazione
“circolante” che va ben oltre i suoi 210000 abitanti;- il magnifico
destino della Ferrovia come protagonista del trasporto di massa è tutto
affidato al Sistema Metropolitano Regionale (SMFR, altra sigla almeno
ventennale che rischia l’effetto nausea…..).- i Vettori, su ferro e
gomma, sono molteplici (almeno otto in provincia), anche sovrapposti
nelle reti servite.- Tariffe e documenti di viaggio non sono unificati,
ed anzi variamente frastagliati.- Piani di bacino e di sub-area sono da
sempre annunciati…- Il tram sta rivelando i temuti limiti di efficienza
e non sono ancora disponibili orientamenti sul servizio nelle altre
direttrici “forti”- La “cintura”, propulsore di una mobilità
particolarmente invasiva, vede servizi di tipo tradizionale, non
ottimizzati, né sinergici, né tantomeno integrati- Annunci di maggiori
bus in linee o prime sinergie SITA/APS non rivelano (ancora?) risultati
apprezzabili.- Ed infine la “cultura della mobilità collettiva”, cioè
la sensibilità della Cittadinanza ad usare i mezzi pubblici è debole
(cioè: i servizi sono utilizzati solo da chi non ha altre
alternative!).Forse occorre, rimboccandosi ancora le maniche, ripartire
da qui, dal domandarsi da dove partire per configurare a Padova, almeno
embrionalmente, almeno sperimentalmente, una pratica di mobilità
sostenibile. Personalmente ho qualche idea, ma vorrei lasciare spazio
al dibattito!Se “Muoviamoci insieme” indicava il “dover fare”, è il
momento, a due terzi di mandato amministrativo compiuto, di
interrogarsi sul “poter fare”nel giro di un anno e mezzo , dando
ottimisticamente per scontato che esiste in Amministrazione (non solo
comunale…) un “voler fare”..Dal decalogo al pentalogo, e magari meno: e
forse allora i “temi perduti” potranno diventare “temi recuperati”!
Mario VIO Delegato regionale ASSOUTENTI e Neo - Consigliere comunale di
maggioranzaPS: poiché la mobilità non è di destra né di sinistra (il
problema è casomai di capacità…) invierò questo inizio di contributo
anche ad altri destinatari che potrebbero utilmente esprimere proprie
opinioni, ed anche impegni.



Mario VIO
Delegato regionale ASSOUTENTI e
Neo - Consigliere comunale di maggioranza

mercoledì 4 luglio 2007

L. Passi: Arrivederci a settembre

I dati forniti da Andrea Ragona sui risultati “quantitativi” dell’Appello e del blog sui “Temi Perduti del programma del Sindaco” permettono una prima valutazione politica della discussione che si è fin qui sviluppata.

L’obiettivo dichiarato dell’appello era quello di aprire il dibattito con la città e gli amministratori sul perché alcuni traguardi segnalati come centrali nel programma de Sindaco fossero scomparsi o perseguiti in modo contraddittorio. Il dibattito, fin dal primo giorno ha preso subito quota, a giudicare dalla quantità e qualità degli interventi giunto al blog, ma da parte dell’Amministrazione dobbiamo registrare una sostanziale chiusura, con le risposte del Sindaco e del Vice sindaco, quest’ultima pure offensiva.

Taluni hanno sostenuta una tesi per giustificare la chiusura degli amministratori: l’appello non avrebbe ricordato i tanti risultati positivi dell’Amministrazione, quindi non meritava considerazione. Quasi un atto di lesa maestà… A parte il fatto che invece, insieme alle critiche si citavano molte delle iniziative positive, ci sono due considerazioni fa fare.

La prima. La fatica dell’amministrare la cosa pubblica, che lo riconosco - è grande- non può giustificare la non volontà di ascoltare e di valorizzare ciò che ci viene detto, a maggior ragione quando proviene da chi ci è politicamente vicino. Quando si parla tra vicini non penso sia necessario premettere l’elencazione degli elogi e poi affrontare i problemi: si va dritto alla questione.

La seconda, e più pregnante. Alcuni hanno voluto ricordare ai promotori dell’appello l’elenco delle buone cose fatte dall’amministrazione di centrosinistra. Hanno fatto bene, ma continuano a perdere di vista che le buone cose fatte sono rimasti fatti isolati e non sono mai divenute spina dorsale di quel progetto complessivo di città sostenibile e partecipata che dal programma elettorale si evinceva.

Forse si è pensato che Temi Perduti fosse una mozione di sfiducia all’Amministrazione, o un’operazione per tirare la volata politica a qualche partito. Cosa che erano chiaramente escluse in partenza. Quasi nessun degli amministratori ha voluto leggere Temi Perduti per quello che veramente era: la richiesta di discutere su una domanda di fondo: perché alcune politiche, ad esempio riguardanti partecipazione, urbanistica, mobilità, città metropolitana sono state, nella prassi, realizzate in modo tanto diverso da come erano state descritte nel programma del Sindaco.

I problemi posti da “Temi Perduti” possono anche essere negati dagli amministratori, ma restano nella testa di chi li ha posti, sottoscritti o dibattuti, e di tanta gente che nelle passate elezioni ha dato l’anima perché quel programma elettorale - che li conteneva!- si affermasse attraverso la vittoria di Zanonato. Sarebbe stato saggio discuterne, come proposto anche dal Segretario della CGIL Ilario Simonaggio e da molti altri interventi pubblicati sul blog temiperduti.org, invece che ignorarli o travisarli.

Ora anch’io auguro che l’estate porti buoni consigli a tutti, con la certezza che dei Temi Perduti a settembre, se ne riparlerà ancora, e non solo attraverso un blog.

* Coordinatore Legambiente Padova

A. Ragona*: Un primo bilancio del blog Temi perduti

L'appello a discutere dei "Temi Perduti del programma del Sindaco" è stato lanciato lunedì 11 giugno da 100 promotori di varia estrazione (esponenti dell'associazionismo, professionisti, medici, docenti universitari, insegnanti, semplici cittadini). Ad oggi a sottoscriverlo sono in più di 400.

Partecipazione, centralità ambientale, mobilità sostenibile, nuova visione urbanistica, città metropolitana: tutti temi che apparivano centrali nel programma elettorale del Sindaco Zanonato ma che sono andati via via appannandosi in tre anni di amministrazione. Così i promotori dell'appello hanno voluto provare a riaprire il dibattito sugli stessi. "A due anni da fine mandato- cosi concludeva la lettera aperta - può e deve essere tentata un'incisiva azione per rilanciare questi temi prioritari di fatto perduti per strada.. E' stato creato anche un apposito sito dove è possibile dare la propria adesione e inviare interventi e commenti. L' indirizzo è www.temiperduti.org".

Ora che sopraggiunge l'estate ritengo opportuno, io che ho avuto il piacere di "moderare" tecnicamente il sito (essendo, oltre che uno dei promotori, anche in un periodo in cui disponevo del tempo per farlo), trarre delle prime parziali considerazioni sui risultati sortiti dall'appello e dal blog.

Il successo, per un verso, è stato decisamente al di là di ogni aspettativa. Il Sito è stato visitato da 3000 utenti diversi, ha ospitato 40 interventi e decine di piccoli commenti agli stessi, e sempre sul blog hanno firmato centinaia di persone portando a oltre 400 i sottoscrittori dell'appello "Temi Perduti". Da registrare anche 17 tra articoli ed interventi pubblicati sui quotidiani locali. Sul blog non è stato censurato nessuno (sostanzialmente, il mio compito era quello di evitare che venissero pubblicati commenti o post volgari o infamanti, ma per fortuna la maturità della discussione non ne ha prodotto nemmeno uno), e sono stati ospitati anche interventi in dissonanza con "Temi Perduti", anche se, a dir la verità, sono stati molto pochi.

Tutto questo testimonia come l'invito ad aprire il confronto lanciato da "Temi Perduti" abbia colto proprio una gran voglia di discutere, diffusa in una parte non piccola di coloro che votarono per Zanonato nel 2004.

A questa voglia di capire, discutere, confrontarsi, non sembra sia però corrisposta un'analoga volontà da parte del Sindaco e degli Amministratori, eccettuati casi rarissimi. Tuttavia anche chi ha voluto ricordare le cose buone fatte da questa amministrazione ha dato il suo contributo alla discussione: smentendo in questa maniera chi sosteneva che questo blog fosse nato per favorire la destra, mentre anzi, il suo scopo è proprio quello di aiutare una sinistra istituzionale, che rincorrendo la destra, oggi sembra essersi smarrita.

Infatti la stragrande maggioranza degli interventi ospitati dal blog indicano inequivocabilmente la necessità di riprendere a discutere dei "Temi Perduti" segnalati dall'appello e di come questi siano ineludibili per l'agenda politica di un centro sinistra che non voglia perdere molti di quelli che votarono Zanonato nel 2004.

Che l'estate porti buoni consigli a tutti, perché penso proprio che a settembre questo dibattito sicuramente ripartirà, e forse non solo più in modo virtuale…

*= moderatore del blog

Comitato Diritti Sicuri: Fuxia-la notte che non sbianca

A tutti coloro che hanno promosso e firmato l'appello “Temi perduti”
per una città diversa, meno inquinata e più vivibile.

Il “Comitato Diritti Sicuri” è uno spazio aperto costruito da
molti soggetti differenti per contrastare le politiche securitarie
di questa giunta e proporre un modo di ragionare che abbia
al centro i diritti, la libertà, la solidarietà.

E' nostro desiderio ampliare questo spazio il più possibile,
poiché pensiamo che si tratti di temi e problematiche che
coinvolgono tutti. Un'idea diversa di città, più vivibile, meno
inquinata ma anche più giusta e solidale, rende le vostre e
nostre tematiche strettamente intrecciate tra di loro.

La “notte bianca” è stata cancellata con le solite motivazioni:
sicurezza, degrado, e la scusa che non ci sono soldi, mentre
per le grandi opere e il tram si trovano sempre.
E allora abbiamo pensato: perché non portare noi a Padova
per una notte le tante cose che abbiamo da dire e da proporre?
Ci è sembrato naturale scegliere un altro colore, “Fuxia - la notte
che non sbianca!” Non è con un solo colore o con un pensiero
unico che si può far vivere una collettività, ma con una
molteplicità di voci e colori diversi.
Per questo vorremmo avervi con noi insieme a tanti altri per
costruire “Fuxia – la notte che non sbianca!” . Teniamoci in
contatto, la nostra mail è dirittisicuri@yahoo.it .

Vi aspettiamo giovedi 5 luglio allo Sherwood Festival
per il dibattito “Diritti Sicuri” con la partecipazione di
Franco Grillini -Presidente onorario Arcigay, Gianni Vattimo – Filosofo,
Judith Revel – Sociologa, Aurora D'Agostino – Consigliera Comunale.

Comitato Diritti Sicuri

lunedì 2 luglio 2007

S. Fogliata *: Il problema dei giovani

Una nuova estate, e gli Spritz tornano in riva al Piovego. Certo, quello dell'aperitivo colorato non è un tema perduto, essendo tutti i giorni sui giornali classificato fra le tante "emergenze". Vale comunque la pena parlarne, proprio perché diventato simbolo di troppe cose che in questa città funzionano in una direzione diversa da quella che ci si sarebbe aspettata dopo la campagna elettorale di tre anni or sono.
Il rito degli Spritz si sposta sui "Navigli": da un lato il mito della Milano da bere e dall'altro gli spritz con finto aperol e campari a un euro e cinquanta e le patatine stantie sul banco...
Grazie ad un bando ad hoc quattordici bar del Centro e del Portello, i più "rumorosi" e meno rispettosi delle regole del quieto vivere (sono infatti quelli che dall'ordinanza del Sindaco del 2 Maggio 2006 devono chiudere a mezzanotte per evitare disturbi alla quiete pubblica), stanno organizzando la seconda edizione dei "Navigli". L'amministrazione ha concesso l'occupazione del suolo pubblico ma non permette ai bar di organizzare nessun tipo di spettacolo, per non disturbare la quiete pubblica (già parecchio disturbata lo scorso anno dagli stessi baristi che più volte si sono dimostrati irrispettosi verso gli accordi presi con il Comune). Quindi tutti a bere senza la possibilità di venire "distratti" da un diversivo che non sia un altro bicchiere. Con il benestare del Sindaco e della Giunta, sempre pronti ad utilizzare il fenomeno Spritz come sinonimo di degrado e di piaga sociale. Prima lo si permette e poi lo si critica. Ricorda un po' il proverbiale cane che si mangia la coda...

Come si è arrivati a questa situazione?

Durante la primavera del 2005 l'ASU (Associazione Studenti Universitari) trattò col Comune per far sì che le associazioni prendessero in gestione la zona del Portello, per organizzare spettacoli e tenere aperti un paio di chioschi durante l'estate. Dopo qualche settimana, ci venne detto che non se ne faceva nulla a causa di questioni tecniche irrisolvibili (allacciamento idrico ed elettrico): gli stessi motivi tecnici che l'anno scorso sono stati risolti per permettere a una dozzina di bar di vivere una raggiante estate.
Che la lobby dei commercianti sia più forte di quella del terzo settore è risaputo. Che riescano ad ottenere risultati che per gli altri sono miracoli o chimere è anche sotto gli occhi di tutti , ma c'è dell'altro. Gli assessori alla cultura e alle politiche giovanili che in una situazione simile dovrebbero svolgere il ruolo di protagonisti sembrano invece dei fantasmi. Per fare un esempio: un anno fa, dopo l'esperienza dei Navigli abbiamo partecipato a numerose riunioni in prefettura per avanzare delle proposte in vista del "contro-esodo" autunnale dei giovani nelle piazze del Centro. Diverse realtà erano presenti: ovviamente l'ASCOM, l'APPE e la Confesercenti, i rappresentanti delle Forze dell'Ordine e della Questura, persino un delegato della curia vescovile. L'amministrazione Comunale era rappresentata dagli assessori al Commercio e alle Sicurezza... Sintomatico questo di come è stata trattata la questione: con un occhio al portafoglio (dei baristi) e l'altro alla sicurezza (dei residenti?). Naturalmente questi incontri "partecipativi" portarono ad un nulla di fatto perché le associazioni di categoria di cui sopra non riuscirono a trovare un accordo che potesse accontentare le diverse parti e, a fronte delle migliori intenzioni espresse davanti al Prefetto, continuarono a discutere soltanto con la Giunta escludendo gli altri soggetti (del terzo settore) che si erano dimostrati interessati a lavorare per organizzare eventi culturali e campagne di sensibilizzazione nelle piazze del Centro.
Un esponente molto vicino alla Giunta (si dice il peccato ma non il peccatore) arrivò addirittura a dire "Ma cosa stiamo qui a parlare? Tanto da ottobre inizierà a piovere, la gente non va in piazza e abbiamo risolto i problemi".
Sono questi i nostri amministratori? Bisogna dunque “mettersela via”? Anche questa giunta vede gli Spritz come un problema di ordine pubblico e non come un fenomeno sociale da affrontare con l'apporto di chi quotidianamente lavora con i giovani e si occupa di promuovere eventi ludici e culturali che non siano quattro panchine sulle rive del Piovego? Evidentemente sì, se qualcuno per il secondo anno consecutivo ha creduto che i problemi si risolvano prendendo i bar e spostandoli da una parte all'altra della città.

* Presidente Associazione Studenti Universitari

sabato 30 giugno 2007

F. Di Vittorio: “Temi perduti” e “verde perduto”

Nel 2004 ho votato Zanonato sindaco.
Finché si vota e poi ci si disinteressa dell’operato di chi si è eletto e “si lascia fare”, problemi non ce ne sono e vale il proverbio: occhio non vede, cuore non duole.
Il nostro dovere di elettori invece non può e non deve fermarsi al voto, ma sarebbe bene fare anche la “fatica” di seguire l’operato di coloro che Beppe Grillo chiama i “nostri dipendenti” in quanto noi siamo i loro “datori di lavoro”.
Io ho cercato di seguire la politica ambientale, che era stata la molla che mi aveva spinto a votare Zanonato dopo lo scempio compiuto dall’amministrazione precedente.
Purtroppo ho dovuto ridimensionare ben presto la speranza di un positivo cambiamento.
L’attuale sindaco, sostenitore del “fermiamo il cemento” della zona del Parco Iris, dopo l’elezione non solo non lo ha fermato, accampando motivazioni che in campagna elettorale sembravano non esistere, ma ha anche approvato una “variante” al piano regolatore che permette la costruzione, nella zona Iris, di ulteriori nuove edificazioni.
Alla luce di questi fatti si è costituito un “Comitato apolitico spontaneo” di persone che si sono sentite “tradite” e che con il loro operato cercano di risvegliare la “coscienza” dell’attuale giunta. Si tratta del “Comitato Iris”, del cui coordinamento sono fiero di far parte. Ecco uno stralcio preso dalla propaganda elettorale del sindaco Zanonato riguardo all’urbanistica:
“Gli obbiettivi urbanistici da perseguire sono: ridurre drasticamente o eliminare l'edificabilità nel territorio periurbano, salvaguardando quel che resta dei "cunei verdi"; prevedere un sistema di aree verdi (parchi, giardini, aree agricole) collegato da corridoi naturalistici e collegato al sistema delle acque; riqualificare e valorizzare le aree agricole esistenti e potenziali”
e inoltre
“Si dovrà procedere preliminarmente alla revoca delle varianti adottate nel corso della passata legislatura o, qualora ciò fosse impossibile, all'eventuale adozione di una variante di salvaguardia finalizzata alla tutela delle aree ancora inedificate.”
La realtà invece è che il “cuneo verde”, uno dei pochi polmoni della città, racchiuso tra l’attuale Parco Iris, il Canale Scaricatore e le vie Canestrini e Forcellini, destinato originariamente a verde pubblico, è stato via via aggredito da scelte speculative e, da “bene destinato alla collettività”, si è
trasformato in “bene di pochi speculatori”.
Gli “affari appetitosi” spesso mettono a tacere le coscienze!
A questo va poi aggiunto che la nuova cementificazione porterà, oltre a un rilevante rischio idrogeologico, un’ulteriore congestione di un traffico già congestionato e farà aumentare l’inquinamento e il PM10 in una città che è
tristemente agli ultimi posti in Italia come qualità dell’aria.
Vi sto allarmando? Ma no! Non preoccupatevi, ci saranno le “domeniche ecologiche” a salvarci!
Come non notare la disarmante incoerenza dei “nostri dipendenti comunali” che da un lato lanciano grida di allarme per traffico e inquinamento e dall’altro creano traffico e inquinamento!
Purtroppo la politica oggi non è più un “servizio”, ma una “professione”. Tutti ci metterebbero la firma per entrare in politica, ma non tanto per risolvere coscienziosamente e coerentemente i reali problemi della collettività, quanto per rassegnarsi, adeguarsi al sistema e avere una fetta della sospirata torta.
Le scelte giuste ovviamente sono scomode perchè accontentano la maggioranza (che conta “solo” al momento delle elezioni ed è così facile da convincere tre giorni prima del voto riempiendole la cassetta delle lettere di belle intenzioni) e scontentano invece “i pochi che contano”.
Si è perso forse il vero concetto di “democrazia” che è “governo del popolo” e non “vi ascolto, ma poi faccio quello che conviene a me”.
Nelle intenzioni preelettorali del sindaco c’era anche l’idea di
“partecipazione, informazione, coinvolgimento, discussione, ascolto, confronto”.
Forse intendeva la “sua” partecipazione a trasmissioni televisive e il “suo” coinvolgimento a discussioni pubbliche in quanto anche noi del Comitato Iris siamo stati ricevuti nel suo ufficio per essere ascoltati sul problema ambientale, ma non siamo riusciti a dire nulla in quanto aggrediti in modo arrogante dalle sue parole.
D’altronde, quando si è con le spalle al muro, la miglior difesa è l’attacco.
Alle prossime elezioni sarà dura riuscire a trovare qualcuno che meriti il nostro voto e coltivare così nuovamente la speranza che in politica possaesistere ancora il coraggio e la coerenza.

Fulvio Di Vittorio del coordinamento del “Comitato Iris”

R. Marinello: Sulla salute

Di recente le due iniziative “Temi Perduti” e “Diritti Sicuri” hanno animato il dibattito e stimolato la volontà di molti di non appiattirsi sul “pensiero unico”: sicurezza, legalità, decoro, imposto dall’attuale amministrazione.
Vorrei introdurre nel dibattito in corso un tema ed un sicuro diritto dimenticato che mi sta particolarmente a cuore, che è quello della salute. E per farlo vorrei toccare alcuni temi che mi portano a pensare che la salute (ovviamente intesa come stato di benessere e non solo come assenza di malattia) sia dimenticata e sacrificata a ben altri interessi.

-Inquinamento: Padova è da tempo ormai nell’alta classifica tra le città più inquinate d’Italia e questo nonostante alcuni lodevoli interventi “strutturali” dell’assessore all’ambiente, che comunque dà sempre l’impressione di dover giocare di rimessa rispetto ad esempio alle scelte urbanistiche o di mobilità, che sembrano imposte da poteri forti anche all’interno della giunta. Che dire ad esempio dell’idea (lodevole ovviamente) di costruire secondo la bio edilizia le case nel parco del Basso Isonzo, che però hanno il difetto di stare dove non dovrebbero esserci ? Del resto è evidentemente difficile ridurre l’inquinamento ed il traffico veicolare quando si continuano a progettare parcheggi all’interno del centro e si costruiscono strade che attraggono traffico verso il centro, invece di allontanarlo, si cementificano aree primitivamente destinate a verde pubblico, si autorizzano continui abbattimenti di alberi anche centenari. I medici ed i pediatri, gli specialisti di pneumologia e non solo lanciano ormai da tempo l’allarme per la salute soprattutto di anziani e bambini e per questi ultimi c’è anche la seria preoccupazione di danni non solo immediati, ma soprattutto a distanza. Eppure tutto viene immolato sull’altare delle scelte urbanistiche che sono prioritarie su tutto (con buona pace di Jacopo Fò).

-Problematiche legate all’abuso di sostanze, alla prostituzione e alla marginalità: in questo campo la inutile politica repressiva e securitaria la fa da padrona. I giovani abusano in modo preoccupante e crescente di alcolici: si proibisce il rito dello spritz; il problema della tossicodipendenza si diffonde a macchia d’olio in quasi tutte le fasce della popolazione e sempre nuove droghe emergono: soluzione, si costruisce un muro antispaccio. La prostituzione nasconde spesso sfruttamento anche di minori: allora si multano i clienti e le prostitute stesse.
-Il problema della popolazione non protetta ed emarginata, senza permesso di soggiorno si acuisce in città. Facciamo qualche intervento antiacattonaggio, contro la sosta dei Rom, contro la vendita ambulante in modo che se ne stiano fuori dal salotto buono e si tolgano dalla vista delle gente per bene e benpensante. Gli interventi per la riduzione del danno, per la corretta informazione e formazione invece, sono solo sporadici e mai strutturati, organici, coordinati e quindi efficaci. Avete mai visto un unità di strada attorno a via Anelli per l’intervento sui tossicodipendenti?
-OGM: Padova non è mai riuscita a (o meglio non ha mai voluto) dotarsi di un regolamento contro gli OGM, nonostante i ripetuti interventi ed appelli di organizzazione ed associazioni ambientaliste e di medici, le migliaia di firme raccolte a sostegno di mozioni.

E per finire una domanda : il progetto “Città Sane” dove è scomparso ? Già ridotto ad un mero esercizio di numeri e statistiche dall’assessore Scortegagna è stato poi assunto dal Sindaco ed è scomparso del tutto, salvo riemergere recentemente come mezzo di scambio politico per accontentare qualcuno con un posticino. Peccato, perché se ben utilizzato e guidato sarebbe un utilissimo strumento per intervenire in modo efficace e coordinato sulle politiche per la salute in città.

Roberto Marinello pediatra

venerdì 29 giugno 2007

G. Sacchetto: Intervento nel dibattito

Mi chiamo Giorgio Sacchetto , sono un insegnante di scuola superiore di
Padova, risiedo in zona Arcella e sono il segretario del circolo di
Rifondazione Comunista dell'Arcella, pertanto ho sostenuto la campagna
elettorale e sottoscritto il programma del centro sinistra, con molta
convinzione, poichè speravo che una vittoria del nostro schieramento
avrebbe aperto una nuova stagione.
Più partecipazione diretta dei cittadini, meno cementificazione ed uno
sviluppo del traffico e della mobilità meno inquinante. All'Arcella
abbiamo vissuto l'esperienza del referendum sulle torri di Piazza
Azzurri d'Italia, dove il centrosinistra (Margherita-DS-SDI) ha
sostenuto un brutto progetto di cementificazione, mentre Rifondazione,
Verdi,Legambiente, la CGIL, la sinistra DS si sono battuti per una
riqualificazione aperta e partecipata di quell'area ed hanno vinto,
naturalmente il centrodestra si schierato sulle nostre posizioni, ma
evidentemente in modo strumentale. Ora questa lezione , purtroppo non è
servita, poichè nel consiglio di quartiere sono stati più volte
presentati altri progetti molto brutti di riqualificazione edilizia e di
costruzione di varie strade, a nostro giudizio inutili.Ma, soprattutto,
la partecipazione dei cittadini è stata ricercata male ed in fretta,
certo la colpa non è solo dei consiglieri di quartiere, l'assessorato
alla partecipazione, purtroppo ha funzionato male ed invece che
affidarlo a qualcuno legato alla vita sociale e partecipativa della
città, mi riferisco alle associazioni di volontariato o ecologiste della
città lo si è affidato ad esponente politico,per una sorta di
riequilibrio interno tutto politicista.
Ma devo dire che la politica del consiglio di quartiere è stata
piuttosto piatta e non ha fatto altro che seguire e riportare le scelte
urbanistiche della giunta, che molte volte, o meglio quasi sempre, sono
state di non inversione della tendenza a cementificare ed intasare di
strade, un quartiere l'Arcella ,già molto in difficoltà su questo
aspetto ed ora rischiamo di riconsegnare il quartiere al centro destra.
O si spera di recuperare voti con la politica d'immagine
securitaria? Dimenticando che gli elettori preferiscono l'originale alla
fotocopia, parliamo di più di partecipazione, di meno cementificazione, di meno
traffico privato e più pubblico e d' accoglienza, di meno inquinamento,
parliamo al cuore e alla mente del popolo della sinistra su nostri
temi e non alla pancia e sui temi della destra, cercando di dare a
questi temi una patina più progressista.
Io vorrei avere ancora un sindaco di centro sinistra la prossima volta.

Giorgio Sacchetto

R. Di Luca: L’Auditorium, un’occasione di riscatto per la partecipazione sui beni comuni

Visto che la giunta Zanonato in questi 3 anni di governo cittadino ha evaso il compito della partecipazione e dei forum dei cittadini sui grandi temi, ed è anche per questo che siamo qui a ricordarglielo con i Temi Perduti, oggi colgo l’occasione per un mio intervento prendendo spunto dalle polemiche sull’Auditorium riportate nei giorni scorsi sulle prime pagine dei giornali locali.

A detta dei giornalisti, pare che sia in atto una fuga di notizie e di pressioni politiche da parte del comune, per influenzare la decisione finale della commissione sulla scelta del progetto vincitore dell’auditorium. Secondo le regole, la giunta Zanonato invece, non dovrebbe essere al corrente delle decisioni interne della giuria.

La città di Padova deve avere un Auditorium, ed è ormai un fatto assodato; il luogo è stato scelto- per altro contestato dalle Associazioni ambientaliste perche elimina un ulteriore tassello del progettato parco delle mura (vedi intervento “Zanonatomio) di Franzin su questo Blog)ma sono in corso le valutazioni sul progetto più adeguato per realizzare quest’opera.

Cosa è un Auditorium, dal latino audire, sentire, è la parte di un teatro, sala concerti, o altro spazio di esibizione dove si trova il pubblico.

Siccome gran parte della nostra cultura l’abbiamo presa in eredità dall’antica Grecia, per i greci, il teatro era un luogo dove la polis, la città, si riuniva per celebrare antiche storie del mito, che erano patrimonio comune della cittadinanza. Lo spettatore greco si recava a teatro oltre che per assistere alle rappresentazioni, anche per rafforzare il senso della comunità civica. Il teatro era uno spettacolo di massa molto sentito e vissuto da parte dei cittadini di ogni classe sociale e condizione economica. Era uno strumento di educazione nell’interesse della comunità, un rito collettivo della polis, che proprio per questo suo ruolo, ha assunto la funzione di cassa di risonanza per le idee, i problemi e la vita politica culturale dell’Atene democratica. Oggi sono cambiate tante cose, sono trascorsi migliaia di anni, ma la matrice è sempre la stessa. Una città che vive di democrazia ha bisogno di confrontarsi anche sulle opere architettoniche che la rappresentano. Allora che la giunta Zanonato colga una occasione di riscatto con i propri cittadini, per fare in modo che questo Auditorium abbia una dignità urbana e territoriale in cui tutti si rispecchiano e soprattutto che la commissione di esperti giudicante il progetto migliore, possa scegliere senza influenze particolari. E’ questa una partita ancora aperta per non perdere di vista il ruolo, il significato e la moralità di ciò che si decide per il benessere di una collettività nella democrazia.


Roberta Di Luca