lunedì 9 luglio 2007

M. Cunico*: Paesaggi perduti

Fra tanti temi perduti quello del paesaggio e dei giardini mi sembra uno dei più sentiti, oggi, dalla nostra città.
Tutelare il paesaggio infatti significa proteggere la memoria di un territorio, di una città, di un modo di vivere gli spazi verdi, in modo singolare o in compagnia, percorrendo sentieri antichi o nuovi, guardando gli elementi della natura con gli stessi occhi di chi li ha guardati prima di noi, compiendo quei gesti , lo stare, il passeggiare, il correre ecc. che fanno parte della natura umana, della voglia di natura , di verde, di acqua che corre, di spazi al sole o all’ombra.
Il paesaggio sta scomparendo e un paesaggio perduto non si ritrova più…è perduto per sempre, sostituito da piazzette, giardinetti, arredi urbani anonimi, uguali a tanti altri, non-luoghi verdi dove non si ritrova quell’identità strappata, frammentata tra le case, ritagliata fra le strade..
Di parchi nuovi progettati come luoghi di bellezza, se ne parla poco, fra i grandi progetti di espansione urbana si infila il “verde” che si perde in frammenti mentre poteva esser una bella occasione per avere un parco, prima di tutto, prima delle strade, prima delle case, prima dei parcheggi, a definire gli spazi , a stabilire delle priorità. Invece il progetto paesaggistico viene alla fine, quando si è spartito il territorio, quando i parcheggi sono stati costruiti con colate di asfalto, senza nessun albero, senza nessuna qualità che li possa far diventare parte della città, e le strade sono ovunque a separare quartieri, comunità, relazioni, con forti impatti visivi, acustici, atmosferici.
E la bellezza del paesaggio dove è finita? Quella bellezza del nostro paesaggio, fatto di campagna, di giardini, di filari , di vigne….quella bella armonia tra il verde e le case?
Penso che questo tema “perduto” significhi davvero una catastrofe, forse meno evidente di altre calamità, perché il paesaggio muore a pezzi, ne perdiamo un pezzo al giorno, spesso senza accorgercene, in una notte sparisce un giardino storico, in una mattina vengono abbattuti alberi, asfaltata una campagna, interrato un fosso insieme a salici, ontani, aceri.
Un paesaggio che non si è perduto è quello delle Valli Selvatiche, battaglia “vinta” grazie al sostegno di tante associazioni, di tanti personaggi che hanno animato il dibattito, rendendolo terreno fertile per una bella battaglia .Ma è solo un caso fra i tanti paesaggi perduti, e quanti ne spariranno ancora? Un paesaggio perduto significa una perdita complessiva dei valori di una comunità, dei suoi legami con il passato ma anche di un futuro possibile.

*Docente di Architettura del Paesaggio.IUAV

venerdì 6 luglio 2007

M. Vio: Intervento sulla mobilità

Desidero contribuire al dibattito che si sta sviluppando
intorno ai “Temi perduti” proponendo per l’argomento “mobilità” un
punto specifico di riflessione. Già Paolo Tollio ha identificato alcuni
obiettivi che, ricordo, hanno costituito con altri una sorta di
“decalogo”, formulato e proposto al vasto Pubblico alla fine del 2005
nell’ambito dell’iniziativa “Muoviamoci insieme”, promossa da
Legambiente, Federconsumatori, Assoutenti e FILT/CGIL. Si intendeva
allora (e tuttora!) ribadire operativamente quelli che sono i cardini
di una politica della mobilità che, per usare un termine ormai abusato,
riesca a “far sistema”, cioè dia il massimo di efficacia agli
investimenti ed agli stessi sforzi che Comune, Provincia, Regione,
Aziende vettore e magari anche gli stessi Utenti sostengono. Una
mobilità, aggiungo ancora utilizzando un termine che rischia
l’inflazione, “sostenibile”, cioè economicamente ed ecologicamente
produttiva di un “valore aggiunto”, per la Collettività nel suo
insieme. Abbiamo raccolto oltre tremila firme con banchetti vari,
presentate a Comune e Provincia, ed abbiamo organizzato alcuni momenti,
non superficiali, di dibattito, l’ultimo a maggio 2006 sul rapporto tra
l’annunciato(allora) tram ed il “resto della mobilità”. Traendo ora
qualche conclusione penso di poter dire che il non lieve impegno
organizzativo e l’inedita “alleanza” fra associazioni ambientaliste,
consumeristiche e sindacali abbia prodotto una nitida ed anche
propositiva esposizione dei limiti dell’offerta di trasporto pubblico
nella nostra città (e cintura). Per contro, “Muoviamoci Insieme”non ha
trovato una disponibilità delle Istituzioni ad aprire un “tavolo” di
lavoro (più che di confronto) con noi promotori, per approfondire e
sviluppare almeno qualcuna delle direttrici proposte. Ritengo che il
motivo principale di questo sia la frammentazione e le interdipendenze
delle competenze (di Regione, Provincia, Comune Capoluogo, Comuni,
Aziende di Trasporto) e la concomitanza di fattori (aspetti gestionali,
viabilistici, infrastrutturali, relazioni con Cittadini e Associazioni
di categoria, finanziamenti ad hoc, iter di approvazione, plafond,
vincoli di bilancio, tecnologie anche inedite, …) che rendono davvero
complesso il governo della mobilità appunto “sostenibile”. Allora la
mia riflessione di oggi si compendia in un interrogativo, che è il
contributo ai “Temi perduti”:cosa può voler dire, in concreto,
“mobilità sostenibile” a Padova? Diamo un’occhiata al cosiddetto
“contesto”:- Padova ha limiti di viabilità, urbana e periferica, ben
noti, con una rete non adatta a sostenere l’impatto con una popolazione
“circolante” che va ben oltre i suoi 210000 abitanti;- il magnifico
destino della Ferrovia come protagonista del trasporto di massa è tutto
affidato al Sistema Metropolitano Regionale (SMFR, altra sigla almeno
ventennale che rischia l’effetto nausea…..).- i Vettori, su ferro e
gomma, sono molteplici (almeno otto in provincia), anche sovrapposti
nelle reti servite.- Tariffe e documenti di viaggio non sono unificati,
ed anzi variamente frastagliati.- Piani di bacino e di sub-area sono da
sempre annunciati…- Il tram sta rivelando i temuti limiti di efficienza
e non sono ancora disponibili orientamenti sul servizio nelle altre
direttrici “forti”- La “cintura”, propulsore di una mobilità
particolarmente invasiva, vede servizi di tipo tradizionale, non
ottimizzati, né sinergici, né tantomeno integrati- Annunci di maggiori
bus in linee o prime sinergie SITA/APS non rivelano (ancora?) risultati
apprezzabili.- Ed infine la “cultura della mobilità collettiva”, cioè
la sensibilità della Cittadinanza ad usare i mezzi pubblici è debole
(cioè: i servizi sono utilizzati solo da chi non ha altre
alternative!).Forse occorre, rimboccandosi ancora le maniche, ripartire
da qui, dal domandarsi da dove partire per configurare a Padova, almeno
embrionalmente, almeno sperimentalmente, una pratica di mobilità
sostenibile. Personalmente ho qualche idea, ma vorrei lasciare spazio
al dibattito!Se “Muoviamoci insieme” indicava il “dover fare”, è il
momento, a due terzi di mandato amministrativo compiuto, di
interrogarsi sul “poter fare”nel giro di un anno e mezzo , dando
ottimisticamente per scontato che esiste in Amministrazione (non solo
comunale…) un “voler fare”..Dal decalogo al pentalogo, e magari meno: e
forse allora i “temi perduti” potranno diventare “temi recuperati”!
Mario VIO Delegato regionale ASSOUTENTI e Neo - Consigliere comunale di
maggioranzaPS: poiché la mobilità non è di destra né di sinistra (il
problema è casomai di capacità…) invierò questo inizio di contributo
anche ad altri destinatari che potrebbero utilmente esprimere proprie
opinioni, ed anche impegni.



Mario VIO
Delegato regionale ASSOUTENTI e
Neo - Consigliere comunale di maggioranza

mercoledì 4 luglio 2007

L. Passi: Arrivederci a settembre

I dati forniti da Andrea Ragona sui risultati “quantitativi” dell’Appello e del blog sui “Temi Perduti del programma del Sindaco” permettono una prima valutazione politica della discussione che si è fin qui sviluppata.

L’obiettivo dichiarato dell’appello era quello di aprire il dibattito con la città e gli amministratori sul perché alcuni traguardi segnalati come centrali nel programma de Sindaco fossero scomparsi o perseguiti in modo contraddittorio. Il dibattito, fin dal primo giorno ha preso subito quota, a giudicare dalla quantità e qualità degli interventi giunto al blog, ma da parte dell’Amministrazione dobbiamo registrare una sostanziale chiusura, con le risposte del Sindaco e del Vice sindaco, quest’ultima pure offensiva.

Taluni hanno sostenuta una tesi per giustificare la chiusura degli amministratori: l’appello non avrebbe ricordato i tanti risultati positivi dell’Amministrazione, quindi non meritava considerazione. Quasi un atto di lesa maestà… A parte il fatto che invece, insieme alle critiche si citavano molte delle iniziative positive, ci sono due considerazioni fa fare.

La prima. La fatica dell’amministrare la cosa pubblica, che lo riconosco - è grande- non può giustificare la non volontà di ascoltare e di valorizzare ciò che ci viene detto, a maggior ragione quando proviene da chi ci è politicamente vicino. Quando si parla tra vicini non penso sia necessario premettere l’elencazione degli elogi e poi affrontare i problemi: si va dritto alla questione.

La seconda, e più pregnante. Alcuni hanno voluto ricordare ai promotori dell’appello l’elenco delle buone cose fatte dall’amministrazione di centrosinistra. Hanno fatto bene, ma continuano a perdere di vista che le buone cose fatte sono rimasti fatti isolati e non sono mai divenute spina dorsale di quel progetto complessivo di città sostenibile e partecipata che dal programma elettorale si evinceva.

Forse si è pensato che Temi Perduti fosse una mozione di sfiducia all’Amministrazione, o un’operazione per tirare la volata politica a qualche partito. Cosa che erano chiaramente escluse in partenza. Quasi nessun degli amministratori ha voluto leggere Temi Perduti per quello che veramente era: la richiesta di discutere su una domanda di fondo: perché alcune politiche, ad esempio riguardanti partecipazione, urbanistica, mobilità, città metropolitana sono state, nella prassi, realizzate in modo tanto diverso da come erano state descritte nel programma del Sindaco.

I problemi posti da “Temi Perduti” possono anche essere negati dagli amministratori, ma restano nella testa di chi li ha posti, sottoscritti o dibattuti, e di tanta gente che nelle passate elezioni ha dato l’anima perché quel programma elettorale - che li conteneva!- si affermasse attraverso la vittoria di Zanonato. Sarebbe stato saggio discuterne, come proposto anche dal Segretario della CGIL Ilario Simonaggio e da molti altri interventi pubblicati sul blog temiperduti.org, invece che ignorarli o travisarli.

Ora anch’io auguro che l’estate porti buoni consigli a tutti, con la certezza che dei Temi Perduti a settembre, se ne riparlerà ancora, e non solo attraverso un blog.

* Coordinatore Legambiente Padova

A. Ragona*: Un primo bilancio del blog Temi perduti

L'appello a discutere dei "Temi Perduti del programma del Sindaco" è stato lanciato lunedì 11 giugno da 100 promotori di varia estrazione (esponenti dell'associazionismo, professionisti, medici, docenti universitari, insegnanti, semplici cittadini). Ad oggi a sottoscriverlo sono in più di 400.

Partecipazione, centralità ambientale, mobilità sostenibile, nuova visione urbanistica, città metropolitana: tutti temi che apparivano centrali nel programma elettorale del Sindaco Zanonato ma che sono andati via via appannandosi in tre anni di amministrazione. Così i promotori dell'appello hanno voluto provare a riaprire il dibattito sugli stessi. "A due anni da fine mandato- cosi concludeva la lettera aperta - può e deve essere tentata un'incisiva azione per rilanciare questi temi prioritari di fatto perduti per strada.. E' stato creato anche un apposito sito dove è possibile dare la propria adesione e inviare interventi e commenti. L' indirizzo è www.temiperduti.org".

Ora che sopraggiunge l'estate ritengo opportuno, io che ho avuto il piacere di "moderare" tecnicamente il sito (essendo, oltre che uno dei promotori, anche in un periodo in cui disponevo del tempo per farlo), trarre delle prime parziali considerazioni sui risultati sortiti dall'appello e dal blog.

Il successo, per un verso, è stato decisamente al di là di ogni aspettativa. Il Sito è stato visitato da 3000 utenti diversi, ha ospitato 40 interventi e decine di piccoli commenti agli stessi, e sempre sul blog hanno firmato centinaia di persone portando a oltre 400 i sottoscrittori dell'appello "Temi Perduti". Da registrare anche 17 tra articoli ed interventi pubblicati sui quotidiani locali. Sul blog non è stato censurato nessuno (sostanzialmente, il mio compito era quello di evitare che venissero pubblicati commenti o post volgari o infamanti, ma per fortuna la maturità della discussione non ne ha prodotto nemmeno uno), e sono stati ospitati anche interventi in dissonanza con "Temi Perduti", anche se, a dir la verità, sono stati molto pochi.

Tutto questo testimonia come l'invito ad aprire il confronto lanciato da "Temi Perduti" abbia colto proprio una gran voglia di discutere, diffusa in una parte non piccola di coloro che votarono per Zanonato nel 2004.

A questa voglia di capire, discutere, confrontarsi, non sembra sia però corrisposta un'analoga volontà da parte del Sindaco e degli Amministratori, eccettuati casi rarissimi. Tuttavia anche chi ha voluto ricordare le cose buone fatte da questa amministrazione ha dato il suo contributo alla discussione: smentendo in questa maniera chi sosteneva che questo blog fosse nato per favorire la destra, mentre anzi, il suo scopo è proprio quello di aiutare una sinistra istituzionale, che rincorrendo la destra, oggi sembra essersi smarrita.

Infatti la stragrande maggioranza degli interventi ospitati dal blog indicano inequivocabilmente la necessità di riprendere a discutere dei "Temi Perduti" segnalati dall'appello e di come questi siano ineludibili per l'agenda politica di un centro sinistra che non voglia perdere molti di quelli che votarono Zanonato nel 2004.

Che l'estate porti buoni consigli a tutti, perché penso proprio che a settembre questo dibattito sicuramente ripartirà, e forse non solo più in modo virtuale…

*= moderatore del blog

Comitato Diritti Sicuri: Fuxia-la notte che non sbianca

A tutti coloro che hanno promosso e firmato l'appello “Temi perduti”
per una città diversa, meno inquinata e più vivibile.

Il “Comitato Diritti Sicuri” è uno spazio aperto costruito da
molti soggetti differenti per contrastare le politiche securitarie
di questa giunta e proporre un modo di ragionare che abbia
al centro i diritti, la libertà, la solidarietà.

E' nostro desiderio ampliare questo spazio il più possibile,
poiché pensiamo che si tratti di temi e problematiche che
coinvolgono tutti. Un'idea diversa di città, più vivibile, meno
inquinata ma anche più giusta e solidale, rende le vostre e
nostre tematiche strettamente intrecciate tra di loro.

La “notte bianca” è stata cancellata con le solite motivazioni:
sicurezza, degrado, e la scusa che non ci sono soldi, mentre
per le grandi opere e il tram si trovano sempre.
E allora abbiamo pensato: perché non portare noi a Padova
per una notte le tante cose che abbiamo da dire e da proporre?
Ci è sembrato naturale scegliere un altro colore, “Fuxia - la notte
che non sbianca!” Non è con un solo colore o con un pensiero
unico che si può far vivere una collettività, ma con una
molteplicità di voci e colori diversi.
Per questo vorremmo avervi con noi insieme a tanti altri per
costruire “Fuxia – la notte che non sbianca!” . Teniamoci in
contatto, la nostra mail è dirittisicuri@yahoo.it .

Vi aspettiamo giovedi 5 luglio allo Sherwood Festival
per il dibattito “Diritti Sicuri” con la partecipazione di
Franco Grillini -Presidente onorario Arcigay, Gianni Vattimo – Filosofo,
Judith Revel – Sociologa, Aurora D'Agostino – Consigliera Comunale.

Comitato Diritti Sicuri

lunedì 2 luglio 2007

S. Fogliata *: Il problema dei giovani

Una nuova estate, e gli Spritz tornano in riva al Piovego. Certo, quello dell'aperitivo colorato non è un tema perduto, essendo tutti i giorni sui giornali classificato fra le tante "emergenze". Vale comunque la pena parlarne, proprio perché diventato simbolo di troppe cose che in questa città funzionano in una direzione diversa da quella che ci si sarebbe aspettata dopo la campagna elettorale di tre anni or sono.
Il rito degli Spritz si sposta sui "Navigli": da un lato il mito della Milano da bere e dall'altro gli spritz con finto aperol e campari a un euro e cinquanta e le patatine stantie sul banco...
Grazie ad un bando ad hoc quattordici bar del Centro e del Portello, i più "rumorosi" e meno rispettosi delle regole del quieto vivere (sono infatti quelli che dall'ordinanza del Sindaco del 2 Maggio 2006 devono chiudere a mezzanotte per evitare disturbi alla quiete pubblica), stanno organizzando la seconda edizione dei "Navigli". L'amministrazione ha concesso l'occupazione del suolo pubblico ma non permette ai bar di organizzare nessun tipo di spettacolo, per non disturbare la quiete pubblica (già parecchio disturbata lo scorso anno dagli stessi baristi che più volte si sono dimostrati irrispettosi verso gli accordi presi con il Comune). Quindi tutti a bere senza la possibilità di venire "distratti" da un diversivo che non sia un altro bicchiere. Con il benestare del Sindaco e della Giunta, sempre pronti ad utilizzare il fenomeno Spritz come sinonimo di degrado e di piaga sociale. Prima lo si permette e poi lo si critica. Ricorda un po' il proverbiale cane che si mangia la coda...

Come si è arrivati a questa situazione?

Durante la primavera del 2005 l'ASU (Associazione Studenti Universitari) trattò col Comune per far sì che le associazioni prendessero in gestione la zona del Portello, per organizzare spettacoli e tenere aperti un paio di chioschi durante l'estate. Dopo qualche settimana, ci venne detto che non se ne faceva nulla a causa di questioni tecniche irrisolvibili (allacciamento idrico ed elettrico): gli stessi motivi tecnici che l'anno scorso sono stati risolti per permettere a una dozzina di bar di vivere una raggiante estate.
Che la lobby dei commercianti sia più forte di quella del terzo settore è risaputo. Che riescano ad ottenere risultati che per gli altri sono miracoli o chimere è anche sotto gli occhi di tutti , ma c'è dell'altro. Gli assessori alla cultura e alle politiche giovanili che in una situazione simile dovrebbero svolgere il ruolo di protagonisti sembrano invece dei fantasmi. Per fare un esempio: un anno fa, dopo l'esperienza dei Navigli abbiamo partecipato a numerose riunioni in prefettura per avanzare delle proposte in vista del "contro-esodo" autunnale dei giovani nelle piazze del Centro. Diverse realtà erano presenti: ovviamente l'ASCOM, l'APPE e la Confesercenti, i rappresentanti delle Forze dell'Ordine e della Questura, persino un delegato della curia vescovile. L'amministrazione Comunale era rappresentata dagli assessori al Commercio e alle Sicurezza... Sintomatico questo di come è stata trattata la questione: con un occhio al portafoglio (dei baristi) e l'altro alla sicurezza (dei residenti?). Naturalmente questi incontri "partecipativi" portarono ad un nulla di fatto perché le associazioni di categoria di cui sopra non riuscirono a trovare un accordo che potesse accontentare le diverse parti e, a fronte delle migliori intenzioni espresse davanti al Prefetto, continuarono a discutere soltanto con la Giunta escludendo gli altri soggetti (del terzo settore) che si erano dimostrati interessati a lavorare per organizzare eventi culturali e campagne di sensibilizzazione nelle piazze del Centro.
Un esponente molto vicino alla Giunta (si dice il peccato ma non il peccatore) arrivò addirittura a dire "Ma cosa stiamo qui a parlare? Tanto da ottobre inizierà a piovere, la gente non va in piazza e abbiamo risolto i problemi".
Sono questi i nostri amministratori? Bisogna dunque “mettersela via”? Anche questa giunta vede gli Spritz come un problema di ordine pubblico e non come un fenomeno sociale da affrontare con l'apporto di chi quotidianamente lavora con i giovani e si occupa di promuovere eventi ludici e culturali che non siano quattro panchine sulle rive del Piovego? Evidentemente sì, se qualcuno per il secondo anno consecutivo ha creduto che i problemi si risolvano prendendo i bar e spostandoli da una parte all'altra della città.

* Presidente Associazione Studenti Universitari