venerdì 6 luglio 2007

M. Vio: Intervento sulla mobilità

Desidero contribuire al dibattito che si sta sviluppando
intorno ai “Temi perduti” proponendo per l’argomento “mobilità” un
punto specifico di riflessione. Già Paolo Tollio ha identificato alcuni
obiettivi che, ricordo, hanno costituito con altri una sorta di
“decalogo”, formulato e proposto al vasto Pubblico alla fine del 2005
nell’ambito dell’iniziativa “Muoviamoci insieme”, promossa da
Legambiente, Federconsumatori, Assoutenti e FILT/CGIL. Si intendeva
allora (e tuttora!) ribadire operativamente quelli che sono i cardini
di una politica della mobilità che, per usare un termine ormai abusato,
riesca a “far sistema”, cioè dia il massimo di efficacia agli
investimenti ed agli stessi sforzi che Comune, Provincia, Regione,
Aziende vettore e magari anche gli stessi Utenti sostengono. Una
mobilità, aggiungo ancora utilizzando un termine che rischia
l’inflazione, “sostenibile”, cioè economicamente ed ecologicamente
produttiva di un “valore aggiunto”, per la Collettività nel suo
insieme. Abbiamo raccolto oltre tremila firme con banchetti vari,
presentate a Comune e Provincia, ed abbiamo organizzato alcuni momenti,
non superficiali, di dibattito, l’ultimo a maggio 2006 sul rapporto tra
l’annunciato(allora) tram ed il “resto della mobilità”. Traendo ora
qualche conclusione penso di poter dire che il non lieve impegno
organizzativo e l’inedita “alleanza” fra associazioni ambientaliste,
consumeristiche e sindacali abbia prodotto una nitida ed anche
propositiva esposizione dei limiti dell’offerta di trasporto pubblico
nella nostra città (e cintura). Per contro, “Muoviamoci Insieme”non ha
trovato una disponibilità delle Istituzioni ad aprire un “tavolo” di
lavoro (più che di confronto) con noi promotori, per approfondire e
sviluppare almeno qualcuna delle direttrici proposte. Ritengo che il
motivo principale di questo sia la frammentazione e le interdipendenze
delle competenze (di Regione, Provincia, Comune Capoluogo, Comuni,
Aziende di Trasporto) e la concomitanza di fattori (aspetti gestionali,
viabilistici, infrastrutturali, relazioni con Cittadini e Associazioni
di categoria, finanziamenti ad hoc, iter di approvazione, plafond,
vincoli di bilancio, tecnologie anche inedite, …) che rendono davvero
complesso il governo della mobilità appunto “sostenibile”. Allora la
mia riflessione di oggi si compendia in un interrogativo, che è il
contributo ai “Temi perduti”:cosa può voler dire, in concreto,
“mobilità sostenibile” a Padova? Diamo un’occhiata al cosiddetto
“contesto”:- Padova ha limiti di viabilità, urbana e periferica, ben
noti, con una rete non adatta a sostenere l’impatto con una popolazione
“circolante” che va ben oltre i suoi 210000 abitanti;- il magnifico
destino della Ferrovia come protagonista del trasporto di massa è tutto
affidato al Sistema Metropolitano Regionale (SMFR, altra sigla almeno
ventennale che rischia l’effetto nausea…..).- i Vettori, su ferro e
gomma, sono molteplici (almeno otto in provincia), anche sovrapposti
nelle reti servite.- Tariffe e documenti di viaggio non sono unificati,
ed anzi variamente frastagliati.- Piani di bacino e di sub-area sono da
sempre annunciati…- Il tram sta rivelando i temuti limiti di efficienza
e non sono ancora disponibili orientamenti sul servizio nelle altre
direttrici “forti”- La “cintura”, propulsore di una mobilità
particolarmente invasiva, vede servizi di tipo tradizionale, non
ottimizzati, né sinergici, né tantomeno integrati- Annunci di maggiori
bus in linee o prime sinergie SITA/APS non rivelano (ancora?) risultati
apprezzabili.- Ed infine la “cultura della mobilità collettiva”, cioè
la sensibilità della Cittadinanza ad usare i mezzi pubblici è debole
(cioè: i servizi sono utilizzati solo da chi non ha altre
alternative!).Forse occorre, rimboccandosi ancora le maniche, ripartire
da qui, dal domandarsi da dove partire per configurare a Padova, almeno
embrionalmente, almeno sperimentalmente, una pratica di mobilità
sostenibile. Personalmente ho qualche idea, ma vorrei lasciare spazio
al dibattito!Se “Muoviamoci insieme” indicava il “dover fare”, è il
momento, a due terzi di mandato amministrativo compiuto, di
interrogarsi sul “poter fare”nel giro di un anno e mezzo , dando
ottimisticamente per scontato che esiste in Amministrazione (non solo
comunale…) un “voler fare”..Dal decalogo al pentalogo, e magari meno: e
forse allora i “temi perduti” potranno diventare “temi recuperati”!
Mario VIO Delegato regionale ASSOUTENTI e Neo - Consigliere comunale di
maggioranzaPS: poiché la mobilità non è di destra né di sinistra (il
problema è casomai di capacità…) invierò questo inizio di contributo
anche ad altri destinatari che potrebbero utilmente esprimere proprie
opinioni, ed anche impegni.



Mario VIO
Delegato regionale ASSOUTENTI e
Neo - Consigliere comunale di maggioranza

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