mercoledì 13 giugno 2007

Fabrizio Caberlon* : Che ne è stato della partecipazione?

A tre anni di distanza dalle ultime elezioni comunali di Padova, è già tempo di bilanci per la coalizione di centro sinistra, che nel 2004, sulla spinta di una eccezionale mobilitazione di forze politiche, associazioni e singoli cittadini per la costruzione del programma e la gestione della campagna elettorale, aveva letteralmente travolto al primo turno lo schieramento di centro destra. Lo slogan vincente di quel programma elettorale lo si poteva riassumere in una parola, “Partecipazione” cioè cambiamento radicale rispetto al passato delle modalità di gestione della cosa pubblica, attraverso il coinvolgimento dei cittadini a vari livelli nelle scelte di indirizzo fondamentali, quali il bilancio, le politiche urbanistiche, la mobilità, la cultura, ecc.
Della svolta ipotizzata in quel programma in realtà poco o nulla è stato realizzato, e al di là di alcuni parziali risultati, dovuti prevalentemente all’iniziativa di singoli assessori o consiglieri, ci si è trovati fin da subito, cioè dalla composizione della giunta, di fronte alla riproposizione delle logiche e delle scelte che da sempre governano la politica e l’amministrazione della cosa pubblica (la spartizione delle cariche in rapporto alle appartenenze ed in spregio delle competenze, la sostanziale subalternità al potere economico, l’acritica adesione al modello di sviluppo del “Pifferaio Magico”, ecc.).
Emblematica della distanza che si è creata tra il programma elettorale e il percorso di governo, credo sia la questione della Partecipazione, che da chiave di volta del cambiamento, a suo tempo evocata da tutti come riferimento e stella polare della buona amministrazione prossima ventura, è diventata oggetto, sotto forma di assessorato, di privato commercio per compensare gli squilibri della maggioranza consiliare, e al tempo stesso di pubblico ludibrio nelle grossolane battute di chi, dalle colonne della stampa locale, già si candida a successore dell’attuale sindaco (magari confidando nell’allineamento dei pianeti, dopo aver goduto nel 2004 di quello dei simboli elettorali…).
Di fronte a questa situazione, e alla difficoltà di riconoscersi in un’area di centro sinistra e di impegnarsi nonostante tutto per un progetto di cambiamento, difficoltà resa più che mai evidente e drammatica sia dal contesto nazionale che dai risultati delle recenti amministrative, emerge con urgenza la necessità di prospettare, anche nella nostra città, percorsi di dibattito e di riaggregazione che permettano alle persone, prima ancora che ai partiti e alle associazioni, di ritrovarsi, di confrontarsi e di misurarsi sul bisogno e il desiderio di riprendere la parola e l’iniziativa.
Tuttavia, se questo avverrà, e io mi auguro che avvenga al più presto, non credo che sarà sufficiente limitarsi a indicare le altrui responsabilità, o a spostare “più a sinistra” i paletti dei nostri confini, magari tornando a macinare slogan e luoghi comuni che sono solo l’altra faccia della medaglia della crisi della politica e della partecipazione; penso piuttosto che dovremmo , con umiltà e reciproca disponibilità, chiederci in che cosa ognuno di noi è mancato, e provare a trovare insieme le risposte.

* insegnante

1 commento:

Anonimo ha detto...

E che dire della mancanza del Difensore civico, vacante ad oltre un anno?
Eugenio