mercoledì 27 giugno 2007

A. Micalizzi: Intervento sulla partecipazione

Non voglio certo polemizzare con i firmatari dell'appello… ci mancherebbe altro, vorrei però contribuire alla discussione offrendo il punto di vista di un Presidente di Quartiere che si confronta quotidianamente con il tema, e con la pratica, della partecipazione.

Anzitutto non condivido l’idea che sulla partecipazione non si sia fatto nulla: ci sono diversi provvedimenti e esperienze concrete; si possono mettere in discussione come si può essere d’accordo, ma ci sono. Allora, la prima cosa che vorrei dire è che se l’obbiettivo della critica dei firmatari è quello di “aiutare” e non “demolire” sarebbe stato più utile partire dalle esperienze svolte, cogliendone i limiti e i punti di forza, piuttosto che limitarsi ad un generico “non si è fatto nulla”.

Allora provo io ad iniziare una discussione sul merito, sollevo due temi secondo me importanti, senza la pretesa di esaurire la discussione e vediamo se riusciamo a dare un contributo positivo tutti insieme.

Prima questione: i Quartieri sono il luogo più vicino per la partecipazione dei cittadini. In questi anni ci siamo interrogati su come potenziare il loro ruolo convinti che più che nuovi regolamenti, servissero alle circoscrizioni maggiori risorse: meno pareri da esprimere, più competenze certe e più soldi a disposizione. Ecco che dal primo Bilancio della Giunta Zanonato sono stati spostati dai Settori ai Consigli di Quartiere ben 1 milione di euro per Circoscrizione: una bella boccata d’ossigeno!! Soldi a disposizione per poter finanziare interventi di priorità del Quartiere, senza dover passare per gli uffici centrali. Questo mi pare un punto importante da cui partire e su cui sarebbe interessante sviluppare una discussione su come i Quartieri potrebbero migliorare la loro capacità di orientare investimenti ora che dispongono di maggiori risorse.

Seconda questione: esperienze di percorsi partecipati. Anche qui, proviamo a partire dalle cose fatte e vediamo come migliorare. Nel quartiere dove Amministro io, il 3 Est, abbiamo appena concluso un percorso partecipato per la definizione del Piano di Assetto del Territorio (PAT) alla quale hanno partecipato molti tra rappresentanti di Comitati, Enti, Associazioni ecc… e molti sono i temi e le questioni che sono state raccolte. Ora ci avviamo alla fase in cui i tutti i Quartieri porteranno al Comune le proposte dei cittadini per il PAT: una discussione utile potrebbe essere quella di pensare a come i Quartieri possono incidere di più con le loro proposte. Intanto l’Amministrazione Comunale ha messo a loro disposizione 10.000 euro per ingaggiare dei professionisti che regolassero la partecipazione con i cittadini e traducessero in proposta urbanistica le segnalazioni e i contributi emersi ai tavoli partecipativi. Un’esperienza utile e positiva. Discutiamo allora su quali altri strumenti si possono mettere in campo, ma intanto impariamo ad usare i nuovi.

Ma ancora altre sono le esperienze attiviate. Nel Quartiere 3 Est ad esempio negli scorsi anni si sono svolti tre laboratori di partecipazione: a Mortise, a Camin e al Pescarotto. Cicli di assemblee in cui con i residenti abbiamo individuato alcune priorità e predisposto alcuni progetti: al Pescarotto la tanto citata ZTL notturna e interventi di riqualificazione urbana di una piazza e di due aree verdi, a Camin la realizzazione della pista ciclabile su via Vigonovese, la realizzazione di alcuni parcheggi e nuova viabilità, e a Mortise, la riqualificazione di via Madonna della Salute. Moltissimi sono stati i residenti coinvolti a queste assemblee e oggi alcuni lavori sono già iniziati (vedi la rotonda a Mortise su via Cardan) e gli altri partiranno a breve. Sono tutte opere discusse e progettare con i cittadini, finanziate dal Quartiere e che oggi vengono realizzate. Su questo mi pare utile fare una riflessione su come i Quartieri possano quindi raggiungere buoni risultati di bilancio partecipato su interventi di riqualificazione urbana essendo (con il milione di euro) autosufficienti dal punto di vista delle risorse.

Come non escluderei dal ragionamento alcune altre esperienze concrete messe in campo dal Comune come ad esempio la definizione di un regolamento per l’installazione delle antenne di telefonia mobile messo a punto dall’Ass. Bicciato attraverso un grande lavoro di partecipazione con i comitati e le associazioni, assieme all’esperienza dello “Sportello Antenne” nei quartieri, a disposizione dei cittadini.

Ecco, ho citato alcuni esempi che richiamano però a tanti temi. Spero di aver dato un contributo concreto alla discussione, e vi confesso, mi piacerebbe anche mettere a confronto idee di partecipazione con esperienze dirette e concrete che questa Amministrazione ha realizzato, consapevoli che nessuno di noi ha la verità in tasca e che le cose non sono mai o solo bianche o solo nere: possiamo dire che ci vogliamo impegnare tutti di più su questi temi senza dover negare o disprezzare ciò che ha fatto l’altro. Io sono per confrontarmi e non per i giudizi secchi.


Andrea Micalizzi

Presidente Quartiere 3 Est

4 commenti:

temiperdutipadova ha detto...

In effetti il Quartiere guidato da Micalizzi è quello dove la partecipazione è stata presa più sul serio. Ne ha dato conto, peer esemio Ecopolis in svariate occasioni. C'è da chidersi perchè queste espereimze non sianostate molto più diffuse in città. Una risposta sta nella mancanza di appositi regoalmenti che l'Assessore alla partecipazione avrebbe dovuto redarre e la Giunta approvare, al fine di renderli meno opzionali...
Infatti di laboratori partecipati in giro per la città non se ne sono visti molti altri. Emblematico poi quello della Guizza, le cui conclusioni non sono state nemmeno prese in considerazione dalla Giunta. Anche per i Pat ogni quartiere ha seguito metodi diversi, che seguendo processi partecipativi efficaci chi meno. Sarà ora interessante vedere le conclusioni dei pat di quartiere quanto peso avranno nelle decisioni di Giunta e C.c.

Anonimo ha detto...

La questione dei regolamenti che viene sollevata è un punto su cui discutere. sono d'accordo. se prendiamo il regolamento vigente ci accorgiamo però che è già molto "aperto" alla partecipazione, basti pensare a come sono normate le commissioni e alla possibilità dei cittadini di inserire punti all'ordine del giorno. sarebbe opportuno secondo me capire dal punto di vista politico quali iniziative si possono intraprendere a partire dalle esperienze fatte; faccio un esempio noto: non è servito cambiare nessun regolamento per spostare dai settori ai quartieri 1.000.000 di euro, ma dal punto di vista della possibilità dei quartieri di decidere (e quindi della partecipazione) è stata una cosa importantissima.
per quanto riguarda il fatto che ogni quartiere ha organizzato in modo diverso il percorso sul pat... bhe, devo dire che personalmente ho preferito così: in questo modo, come q3, abbiamo potuto organizzare il percorso secondo le caratteristiche e i temi del quartiere.
se qualcuno vuole sono disponibile ad approfondire, anche attorno ad un tavolo, esperienze concrete con spunti, riflessioni e proposte: credo che come centrosinistra abbiamo il compito a fine mandato, di presentare un programma che sulla partecipazione sappia fare un passo avanti rispetto al 2004 alla luce delle esperienze fatte in questi anni.

Anonimo ha detto...

Anche nel caso della partecipazione, credo che sia ingiusto non riconoscere che l'appello parte da una precisa disamina di quanto fatto da questa amministrazione. e lo giudica non sufficiente. Non dice che non è stato fatto nulla. Non lo dice assolutamente. In questo modo si scredita l'appello, perchè lo si definisce privo di obiettività. Ma passi pure,la questione importante è un'altra: non si tratta di fare singole e pur lodevoli iniziative spot di partecipazione, né di dotare i quartieri di più soldi. Partecipazione non vuol mica dire cose piccole, di quartiere: può voler dire anche parlare del bilancio comunale. Per partecipazione si intende prima di tutto un metodo, ben codificato e sperimentato nel mondo, e un approccio al tipo di governo. Certo, certe cose rimangono appannaggio degli eletti durante le elezioni, ma una parte di decisionalità viene delegata ai cittadini nel quadro di regole che garantiscono democraticità e risultati. Questo non c'è stato. Anzi, per alcuni versi, certi concetti sono stati anche negati e disprezzati in interviste di sindaco e assessori ("decidere spetta solo a chi è stato eletto ecc..."). Del resto che l'amministrazione zanonato abbia fatto meglio della destro su molte cose non è in discussione. E' in discussione perché non ha fatto alcune cose importanti che aveva promesso.

Anonimo ha detto...

ancora un a volta... vorrei discutere di cose concrete, non di giudizi secchi su cose che non si capiscono, e mi pareva che questo era stato colto, ma da quest'ultimo intervento no.
dire che quella dei quartieri è una "partecipazione piccola" mi pare molto grave. con questo ragionamento non daremo mai una mano al "decentramento delle scelte amministrative". vuol dire svilire il ruolo dei quartieri. il programma elettorale del centrosinistra dice che "i quartieri sono il luogo della partecipazione", sinceramente mi pare un concetto da cui partire e su cui lavorare. parlare addirittura di "iniziative spot" non mi sembra corretto: sono iniziative che sono durate mesi, hanno coinvolto centinaia di persone, hanno deciso importanti investimenti, e ora sono cantieri o opere ralizzate. se invece di definirle "piccole iniziative spot" le considerassimo come base di partenza, anche da rivedere e correggere, forse faremo un servizio migliore a questa discussione.
mi pare sbagliato dire anche che la partecipazione non centra con i soldi: ma mi spiega come facciamo a convincere i cittadini che la partecipazione è un metodo di governo giusto, se poi non ci poniamo il problema di reperire le risorse che ci consentono di realizzare i progetti partecipati? alla gente piace partecipare se poi vede realizzata la cosa su cui ha partecipato, altrimenti resta con l'impressione che si son fatte solo chiacchiere.
bisogna parlare di bilancio ha detto... cosa significa? per quello che riguarda questo tema posso dire che il bilancio di previsione del comune di padova, con questa amministrazione è sempre stato accompagnato da 3 assemblee per quartiere alla presenza del sindaco: la prima (in fase di preparazione di bilancio) in cui si diceva in sostanza "stiamo preparando il bilancio... si pensa di costruirlo in questo modo con queste caratteristiche", la seconda (poco prima la stesura finale) il tema era "il bilancio ha queste caratteristiche, quali opere servono al quartiere" e la terza a documento approvato di presentazione del bilancio.
Se ci si riferisce al bilancio partecipato invece, credo che l'esperienza del 1.000.000 di euro sia positiva perché porta i quartieri a finanziare con quel fondo le opere decise con i cittadini: ad esempio il 1.000.000 del Q3 è servito a finaziare in questi anni i progetti decisi ai percorsi partecipativi... è una forma di bilancio partecipato. ma allora vede che è importante parlare anche di risorse?
in conclusione, torno a ripetere, sono disponibile a confrontare idee e proposte di partecipazione con esperienze concrete... mi pare il modo più efficace per migliorarci... tutti.