sabato 16 giugno 2007

A. Nicolello Rossi*: GUARDARE IN FACCIA LA REALTA’ Risposta all’intervento di Bicciato e Bastianello

E' evidente che chi scrive una lettera aperta del tenore dei Temi perduti facendo pubblica dichiarazione di essere un elettore di questa giunta – e visto anche le storie personali di ciascuno dei 100 firmatari- ritenga che solo una amministrazione di centro sinistra, per cultura, tradizione, idealità, possa realizzare programmi e progetti altamente ambiziosi come quello contenuto nel programma del 2004, con elementi e priorità diametralmente opposti ad una tradizione di destra.

Ed infatti siamo ancora qui (illusi?) a cercare di far rinascere quello spirito e quel passo, teso verso la sostenibilità in chiave ambientale, sociale, partecipativa che entusiasmò tanti nella primavera del 2004.
Dalle reazioni ricevute in ordine da Sindaco e Vicesindaco sembra invece che non si voglia riconoscere in noi una risorsa per questa città, non si voglia riconoscerci la responsabilità di indicare strade concrete di lavoro per migliorare Padova. Con un vecchio termine ci accusano di non saperci porre il problema della “governabilità”. Accusa che però non circolava in campagna elettorale quando i documenti programmatici di molte associazioni sembravano preziosi per il programma del Sindaco.

Anche Francesco Bicciato con il suo intervento sembra non cogliere che sarebbe proprio il suo operato a trarre i maggiori vantaggi nel caso l'amministrazione riscoprisse il programma del 2004, che assegnava all'ambiente e alle riqualificazioni partecipate un ruolo centrale per lo sviluppo di Padova, anche in chiave economica, e di innovazione.

Francesco fa molto bene a citare le tante singole azioni che il suo assessorato ha compiuto in questi 3 anni. Erano ricordate, con una sola frase per sintesi, anche nel testo dei Temi perduti, quando ci lamentavamo di quanto fosse stato lasciato solo, di quanto, vecchio vizio politico, l'ambiente sia “il residuale”, il ciò che rimane, mentre le strategie pesanti passano per altri settori (e si decidono in salotti ristretti), così come i cospicui finanziamenti corrispondenti.

Ecco allora che in questi anni è prevalsa la città fatta di crescita senza qualità e di cemento, perché solo come tale può essere giudicata l'operazione della variante PRG. Tutta orientata a soddisfare il bisogno di crescita economica (per lo più dei grandi costruttori) dimenticando che lo strumento perequativo è servito in altre città a soddisfare i bisogni pubblici e creare grandi parchi urbani.

Ecco che qualsiasi ipotesi di regolamento comunale sul risparmio energetico ed incentivo alle fonti alternative viene ridotto a semplicistico problema edilizio e svuotato qualsiasi potenzialità innovativa in sintonia col protocollo di Kyoto.

Ecco che un nuovo parco, quello della Guizza, nascerà fortemente compromesso dalla realizzazione di una nuova strada che gli passerà a fianco.

Ecco che le singole azioni di lotta al Pm10 vengono smontate da strategie complessive di senso opposto, come quella di aumentare il biglietto del trasporto pubblico (che da solo fa perdere 350.000 utenti in un anno, che ora scelgono l'auto o lo scouter), di costruire il passante dell'Arcella o il cavalcavia per la Fiera, e progettare i parcheggi interrati entro le mura al Foro Boario e a p.zza Mazzini.

Ecco che la nascita, aspettata da tanti anni, di un auditorium in città viene "sprecata" a causa di una collocazione a ridosso delle mura, in un ambito urbano già sovraccaricato, e si perde tutta quella potenzialità, culturale ed urbanistica, di una collocazione in periferia.

Ecco che la partecipazione, quando non è negata, è relegate alle riserve indiane con pochi esiti su ciò che poi, nella maggioranza dei casi, la giunta decide…

Quello che cerco di dire è che il passo della amministrazione si è rivolto verso altre priorità rispetto a quelle indicate nel programma e che di conseguenza anche singole azioni perdono di peso, perchè devono sottostrare ad un macigno (quello del mattone, dell'auto, dei due milioni e mezzo di metri cubi di nuova edificazione che la Giunta ha concesso…).

Richiamare tutto quello che non è stato fatto è ingeneroso? Sicuramente può apparire tale per un Assessore, come Francesco, che ha rappresentato e rappresenta (per stile e contenuti) una positiva novità. Ma politicamente non può essere giudicato come inopportuno. Serve a (tentare) di rimettere la vela verso i sogni concreti che avevamo insieme.

* Vice Presidente Legambiente Padova

1 commento:

Anonimo ha detto...

Provo a dire una piccola cosa in merito a questo interessante dibattito.
Credo sostanzialmente che entrambe le posizioni(quelle dei 100 e quelle degli amministratori) siano giuste e comprensibili ma soprattutto reciprocamente utili.
Vivere una dimensione politica,sentirla e agirla ognuno nel proprio quotidiano (io ho scelto sostanzialmente il mio luogo di lavoro come anche luogo politico,faccio la maestra elementare e lì investo da anni le mie energie civili), vuol dire coltivare una sfera ideale e utopica che ci permette di alzarci la mattina sentendo un senso,e un anelito al bello, al cambiamento, ricco di passione e di utopia.
Amministrare è anche, per fortuna o purtroppo, conciliare questo anelito con la fatica della mediazione e con la realtà.
Credo però che chi amministra debba essere grato e quindi in ascolto di chi ancora vola alto, insegue forse l’impossibile (Zanonato dice di portare esempi di città in cui la partecipazione vera è realizzata, non so realisticamente ce ne siano, ma mi illudo di pensare che la mia città, Padova, il mio sindaco,Zanonato,possano diventare forse il primo esempio) perché solo alimentandosi ,credo,giorno dopo giorno dell’entusiasmo,dell’energia della passione di chi è (per forza, per scelta, per non coraggio…) fuori dal Palazzo può riuscire a non perdere di vista , a tenere alti quegli ideali facili da declamare in campagna elettorale, realisticamente difficili da conciliare nel momento del governo.
L’importante, credo, sia non perdersi di vista. Reciprocamente.
Francesca Contarello