lunedì 25 giugno 2007

P. Tollio*: Perchè ho firmato l'iniziativa "Temi perduti"

Riconosco l’impegno e le difficoltà di Zanonato per governare una città complessa come Padova tanto più ora che la capacità politica dei partiti è in calo, e quelli di centrosinistra sono in difficoltà. Riconosco anche che chi amministra è spesso costretto a misurarsi con problemi e proposte altrui, che costringono strada facendo, anche a prendere decisioni fuori del programma elettorale.

Tuttavia dopo 5 anni di giunta Destro che, tra le altre cose, ha portato alla cessione di una parte di APS ad ACEGAS e all’infelice scelta del tram della LOHR, mi sarei aspettato di più da questa Amministrazione. Perciò ho aderito all’iniziativa dei firmatari dei “temi perduti” con la speranza di rilanciare il programma elettorale di Zanonato, non certamente perché animato da uno spirito massimalista e masochista come qualcuno invece ha affermato.

Mi soffermo soltanto sul tema della mobilità che da almeno un decennio risulta essere la questione che maggiormente interessa e preoccupa i cittadini padovani, sia per il tempo sprecato sulla strada, ma ancor più per la gravità dell’inquinamento. A scanso di equivoci, lo faccio ricordando le cose positive fatte da questa Amministrazione Comunale per combattere l’inquinamento e il traffico: targhe alterne, ampliamento delle ZTL, raddoppio dei bus a metano, uso del biodiesel per i rimanenti autobus, aumento delle piste ciclabili, contributo di 600.000 € per portare tutte le frequenze degli autobus entro i 15 minuti, variante urbanistica e acquisto del terreno per realizzare il deposito del tram alla Guizza, varianti risolutive per risolvere le criticità progettuali del tram e consentirne il definitivo avvio. Cose importanti che tuttavia si scontrano con altre scelte che invece favoriscono la mobilità privata e non consentono di realizzare neppure in minima parte l’obiettivo contenuto nel programma elettorale di Zanonato, di ridurre quel 70% di mobilità padovana, che si muove ogni giorno con l’auto. Dieci anni fa si diceva che bisognava completare l’anello delle tangenziali e solo dopo si sarebbe potuto intervenire per ridurre il traffico in città. Ora invece, nonostante le tangenziali siano state completate, questa A.C. continua a spendere la maggioranza delle risorse pubbliche ancora sulla viabilità.
Non credo che si possa dire che si vuole ridurre il traffico privato finchè si costruiscono opere stradali quali il cavalcavia Dalmazia-Ponte Verde- strada alternativa della Guizza, Arco di Giano e parcheggi in centro come Prato della Valle, PP1-Viale Mazzini, Cledca, Stazione Pontecorvo. Peggio ancora considero l’adesione convinta di Zanonato all’Orbitale/GRA. Come trovo strano che l’A.C. abbia proseguito acriticamente i lavori per il tram, dando l’impressione di affidarsi completamente per risolvere le criticità della mobilità cittadina. Tutto ciò nonostante le tante criticità evidenziate dalla commissione Zan e le altre che si sono aggiunte in questo periodo. Senza valutare adeguatamente i rischi di avviamento di un prototipo concettualmente diverso, e soprattutto la sua scarsa capacità di carico che impedisce una vera riorganizzazione del trasporto cittadino. Metrotram a parte non è stata presa nessuna altra decisione al fine di migliorare la mobilità padovana e quelle collettiva in particolare. Il resto del trasporto pubblico è stato dimenticato! Dov’è finita l’ambizione di incrementare il trasporto pubblico, di realizzare i parcheggi scambiatori, di rafforzare i sistemi di intermodalità, l’integrazione tariffaria adottando il biglietto unico almeno per l’area cittadina e dei comuni di cintura ? E quello di migliorare la velocità commerciale degli autobus, riducendo il traffico privato e realizzando altre corsie preferenziali? E’ anche per questo che nonostante gli interventi a favore del trasporto pubblico, per l’utenza non è cambiato nulla. Non basta mettere gli autobus più belli per convincere la gente a prenderli. A mio avviso la realizzazione di una mobilità sostenibile a Padova richiede altre decisioni in queste direzioni:

1. la revisione della rete, (collegare i quartieri attualmente sprovvisti con gli ospedali/centro, creare linee di forza, creare un luogo di intermodalità speculare alla Stazione in Prato Valle)
2. biglietti e abbonamenti unificati (almeno per Padova e comuni di cintura)
3. attivazione parcheggi periferici di interscambio e linee veloci di collegamento con FS/centro
4. più corsie preferenziali per gli autobus che resteranno, anche dopo l’avvio del tram, la modalità di trasporto pubblico utilizzato dalla stragrande maggioranza di utenti
5. miglior utilizzo della rete ferroviaria istituendo fermate dei treni all’aereoporto, Abano, Montà ecc.
6. integrazione delle linee APS e Sita e avvio di una intermodalità diffusa.
7. adottare collegamenti urbani con tutti i comuni di cintura, e maggiore attenzione alle esigenze dei turisti e delle Terme.

I temi della mobilità sono complicati da risolvere, ma gli studi condotti in questi anni hanno indicato delle strade. Io vorrei che su quelle ipotesi si riprendesse a camminare con più forza. Infine c’è un’altra questione che mi delude. L’Aps Holding è un’azienda di proprietà del comune. Da due anni è cambiato il C. di A. ma questo non si percepisce. Da due anni chiediamo che si faccia un Piano Industriale e che si indichino gli obiettivi da perseguire. Inutilmente!

Inoltre anche altre entità economiche in cui il comune è presente (Magazzini Generali-interporto-ZIP-Mercato Ortofrutticolo APS/ACEGAS) ci sarebbe bisogno di più coordinamento e più confronto per evitare che anche in luoghi dove il pubblico è presente si manifestino forme di sfruttamento e di precarietà del lavoro (subappalti, lavoro irregolare, presenza di cooperative che non rispettano i contratti). Anche se questo non può essere direttamente ricondotto alla responsabilità dell’A.C. mi aspettavo che il ricambio politico dell’Amministrazione Comunale aiutasse a migliorare quelle realtà. Spero che nei prossimi due anni si possa realizzare in queste realtà una democrazia economica più efficace. Io lavorerò per questo, sperando di trovare più disponibilità da questa A.C..

*Segretario Generale FILT-CGIL

1 commento:

Anonimo ha detto...

Intervento per “Temi perduti” sulla mobilità di Mario VIO



Padova, 3/7/2007



Desidero contribuire al dibattito che si sta sviluppando intorno ai “Temi perduti” proponendo per l’argomento “mobilità” un punto specifico di riflessione.



Già Paolo Tollio ha identificato alcuni obiettivi che, ricordo, hanno costituito con altri una sorta di “decalogo”, formulato e proposto al vasto Pubblico alla fine del 2005 nell’ambito dell’iniziativa “Muoviamoci insieme”, promossa da Legambiente, Federconsumatori, Assoutenti e FILT/CGIL.



Si intendeva allora (e tuttora!) ribadire operativamente quelli che sono i cardini di una politica della mobilità che, per usare un termine ormai abusato, riesca a “far sistema”, cioè dia il massimo di efficacia agli investimenti ed agli stessi sforzi che Comune, Provincia, Regione, Aziende vettore e magari anche gli stessi Utenti sostengono. Una mobilità, aggiungo ancora utilizzando un termine che rischia l’inflazione, “sostenibile”, cioè economicamente ed ecologicamente produttiva di un “valore aggiunto”, per la Collettività nel suo insieme.



Abbiamo raccolto oltre tremila firme con banchetti vari, presentate a Comune e Provincia, ed abbiamo organizzato alcuni momenti, non superficiali, di dibattito, l’ultimo a maggio 2006 sul rapporto tra l’annunciato(allora) tram ed il “resto della mobilità”.



Traendo ora qualche conclusione penso di poter dire che il non lieve impegno organizzativo e l’inedita “alleanza” fra associazioni ambientaliste, consumeristiche e sindacali abbia prodotto una nitida ed anche propositiva esposizione dei limiti dell’offerta di trasporto pubblico nella nostra città (e cintura). Per contro, “Muoviamoci Insieme”non ha trovato una disponibilità delle Istituzioni ad aprire un “tavolo” di lavoro (più che di confronto) con noi promotori, per approfondire e sviluppare almeno qualcuna delle direttrici proposte.



Ritengo che il motivo principale di questo sia la frammentazione e le interdipendenze delle competenze (di Regione, Provincia, Comune Capoluogo, Comuni, Aziende di Trasporto) e la concomitanza di fattori (aspetti gestionali, viabilistici, infrastrutturali, relazioni con Cittadini e Associazioni di categoria, finanziamenti ad hoc, iter di approvazione, plafond, vincoli di bilancio, tecnologie anche inedite, …) che rendono davvero complesso il governo della mobilità appunto “sostenibile”.



Allora la mia riflessione di oggi si compendia in un interrogativo, che è il contributo ai “Temi perduti”:



cosa può voler dire, in concreto, “mobilità sostenibile” a Padova?



Diamo un’occhiata al cosiddetto “contesto”:



- Padova ha limiti di viabilità, urbana e periferica, ben noti, con una rete non adatta a sostenere l’impatto con una popolazione “circolante” che va ben oltre i suoi 210000 abitanti;



- il magnifico destino della Ferrovia come protagonista del trasporto di massa è tutto affidato al Sistema Metropolitano Regionale (SMFR, altra sigla almeno ventennale che rischia l’effetto nausea…..)

.

- i Vettori, su ferro e gomma, sono molteplici (almeno otto in provincia), anche sovrapposti nelle reti servite.

- Tariffe e documenti di viaggio non sono unificati, ed anzi variamente frastagliati.



- Piani di bacino e di sub-area sono da sempre annunciati…



- Il tram sta rivelando i temuti limiti di efficienza e non sono ancora disponibili orientamenti sul servizio nelle altre direttrici “forti”



- La “cintura”, propulsore di una mobilità particolarmente invasiva, vede servizi di tipo tradizionale, non ottimizzati, né sinergici, né tantomeno integrati



- Annunci di maggiori bus in linee o prime sinergie SITA/APS non rivelano (ancora?) risultati apprezzabili.



- Ed infine la “cultura della mobilità collettiva”, cioè la sensibilità della Cittadinanza ad usare i mezzi pubblici è debole (cioè: i servizi sono utilizzati solo da chi non ha altre alternative!).



Forse occorre, rimboccandosi ancora le maniche, ripartire da qui, dal domandarsi da dove partire per configurare a Padova, almeno embrionalmente, almeno sperimentalmente, una pratica di mobilità sostenibile. Personalmente ho qualche idea, ma vorrei lasciare spazio al dibattito!



Se “Muoviamoci insieme” indicava il “dover fare”, è il momento, a due terzi di mandato amministrativo compiuto, di interrogarsi sul “poter fare”nel giro di un anno e mezzo , dando ottimisticamente per scontato che esiste in Amministrazione (non solo comunale…) un “voler fare”..



Dal decalogo al pentalogo, e magari meno: e forse allora i “temi perduti” potranno diventare “temi recuperati”!







Mario VIO

Delegato regionale ASSOUTENTI e

Neo - Consigliere comunale di maggioranza







PS: poiché la mobilità non è di destra né di sinistra (il problema è casomai di capacità…)

invierò questo inizio di contributo anche ad altri destinatari che potrebbero utilmente esprimere proprie opinioni, ed anche impegni.