giovedì 21 giugno 2007

L. Caldon: Lettera aperta al Sindaco

Caro Sindaco,
sono Luisa Caldon, rappresentante degli studenti presso il Consiglio di Amministrazione dell’Università di Padova. Grazie all’occasione fornita dal dibattito sui “temi perduti”, vorrei spiegare i motivi della mia adesione.
Rappresento i circa 64.000 studenti dell’Ateneo patavino e più di 20.000 di questi abitano sul territorio comunale. Questo fa di loro Suoi cittadini e, pur non avendo diritto al voto, sono contribuenti, utenti, clienti, inquilini al pari di tutti gli altri residenti.
Gli studenti sono risultato e manifestazione del rapporto tra Università e Città. Le due istituzioni, autonome e distinte, coesistono da secoli sullo stesso luogo e la loro unione concorre allo sviluppo sociale, politico, culturale ed economico della nostra comunità. Il legame è così saldo che, in più di un’occasione, gli organi decisionali dell’una hanno disposto in appoggio dell’altra e viceversa.
Proprio a dimostrazione di questo annoto che il Cda d’Ateneo è composto anche dai rappresentanti degli enti locali e che Lei, all’inizio del suo mandato, ha comunicato di voler partecipare di persona senza incaricare un delegato.
Apprezzai molto questa decisione ma oggi devo purtroppo prendere atto della sua costante assenza alle adunanze. Ha perso così l’opportunità di ragionare e confrontarsi attivamente e alla pari non solo con la gestione di un ente così complesso ma anche di conoscere veramente le varie parti che lo realizzano.
Avrebbe potuto soprattutto conoscere noi studenti e così discutere le nostre istanze (diritto allo studio, lavoro e precarietà, sostenibilità delle spese, spazi, mobilità…) e rappresentarci poi come suoi cittadini eliminando le barriere che stanno dentro la definizione di Università come città nella città.
La Sua amministrazione è intervenuta per accomodare situazioni ormai al collasso come la locazione abusiva e l’assistenza nelle procedure di rilascio del permesso di soggiorno per gli studenti stranieri. Sentiamo però l’inevitabilità di un impegno ulteriore e completo per sentirci parte della cittadinanza non solo nei programmi e nelle intenzioni.
Ho sottoscritto l’appello soprattutto perché convinta che sia imprescindibile ora trovare idee e risorse per la costruzione ed il funzionamento della città metropolitana, così da dare una risposta concreta ai problemi di vivibilità e governabilità razionale ed efficiente che investono i grandi comuni e le aree circostanti. I troppi confini comunali sono inutili e anacronistici e ormai non hanno altra funzione che rendere ancora più difficoltosa la soluzione di problemi infrastrutturali, ambientali…
La maggior parte degli studenti si scontra ogni giorno con questa realtà. Pensi alle facoltà di Agraria e Veterinaria che si raggiungono con i costosi mezzi SITA e non con APS (l’ultimo capolinea è troppo distante per raggiungere la facoltà ma non così distante per giustificare un’interruzione della tratta), pensi alla difficoltà, i costi e il tempo per raggiungere i comuni dell’alta padovana e della terraferma veneziana dove non è previsto un collegamento diretto.
Mi permetto infine di farle un ultimo appunto non da studentessa ma da elettrice di sinistra.
Non condivido quanto si delinea dal suo intervento quando dice “l tema della capacità della sinistra di dare risposte convincenti ai problemi che vive la gente comune (e soprattutto chi appartiene ai ceti popolari), sulla base dei quali orienta il proprio consenso elettorale”. Penso sia riduttiva e dannosa la staticità che si evince.
Credo che lo scopo di una forza di sinistra sia costruire un’alternativa in cui non si debba più parlare di classi o ceti e non sia quindi rappresentanza di categoria. E’ invece la profonda convinzione che il singolo individuo sta bene quando tutti stanno bene. Si deve lavorare per giungere ad un’uguaglianza sostanziale. Perché questo accada si deve proporre una politica che rappresenti tutti e che investa tutto il sistema paese. Speravo fosse ormai indubbio che tutti siamo gente comune. E che tutti apparteniamo al ceto popolare, unico titolare di sovranità. Senza distinzioni e soprattutto senza privilegi.
Con la speranza che tutti facciano tesoro della discussione di questi giorni, Le auguro buon lavoro.

Luisa Caldon. rappresentante degli Studenti nel Cda dell'Universita

1 commento:

Anonimo ha detto...

sono molto d'accordo.
se pensiamo, ad esempio a quant opotrebbe essere utile una facilitazione economica, strumentale, infrastrutturale del trasporto pubblico agli studenti universitari e alla città, ci rendiamo facilemnte conto che i confini delle piccole aziende, i piccoli comuni dell'hinterland ecc. sono piccoli orticelli che, coltivati in maniera slegata l'uno dall'altro, ostacolano invece che agevolare la vita dei cittadini. Avere un bus che circola fino alle 24 fino a caselle, cadoneghe, ponte sannicolo, ad esempio vuol dire aprire concretamente la possibilità per uno studente di andare ad abitarci, abbassando la spesa per l'affitto.